Gli obelischi di Roma
A Roma esistono 13 obelischi antichi, che complessivamente rappresentano circa la metà di tutti gli obelischi antichi esistenti al mondo; di questi 8 sono egiziani e 5 di epoca antico romana.
          Esistono anche 6 obelischi moderni, che a volte sono imitazioni di quelli egizi ed altre volte semplicemente vi si ispirano.
Obelischi antichi:
- Obelisco Vaticano - egizio; Sisto V, 1586, Domenico Fontana
 - Obelisco Esquilino - romano; Sisto V, 1587, Domenico Fontana
 - Obelisco Lateranense - egizio; Sisto V, 1588, Domenico Fontana
 - Obelisco Flaminio - egizio; Sisto V, 1589, Domenico Fontana
 - Obelisco Agonale - romano; Innocenzo X, 1651, Gian Lorenzo Bernini
 - Obelisco della Minerva - egizio; Alessandro VII, 1667, Gian Lorenzo Bernini
 - Obelisco del Pantheon - egizio; Clemente XI, 1711, Filippo Barigioni
 - Obelisco del Quirinale - romano; Pio Vi Braschi, 1786
 - Obelisco Sallustiano - romano; 1789, Antinori;
 - Obelisco di Montecitorio - egizio; Pio VI, 1792, Antinori;
 - Obelisco di Villa Celimontana - egizio;
 - Obelisco del Pincio - romano; Pio VII, 1822
 - Obelisco di Dogali - egizio; 1887, arch. Francesco Azzurri
 
 Antico Egitto 
          Gli obelischi erano innalzati dagli antichi Egizi in onore del dio sole; erano solitamente dei monoliti in granito a base quadrata posti su un piedistallo cubico sopraelevato da alcuni gradini e la loro cuspide era ricoperta da una lamina dorata che potesse riflettere la luce; sulla facce del monolite venivano incisi i geroglifici, il cui contenuto, decifrato solo nell'ottocento, si riferisce solitamente al decantare i titoli, le gesta e le lodi di qualche faraone.
          Antica Roma 
          A partire dal 30 a.C., con la morte di Cleopatra e la sottomissione da parte di Augusto dell'Egitto i romani vennero a più stretto contatto con la civiltà egizia e fu col diritto che si danno i conquistatori che prelevarono come trofei gli obelischi più belli e li portarono a Roma; probabilmente nell'Urbe arrivarono ad esserci oltre quaranta obelischi egizi.
          I romani solevano adornare la cuspide dell'obelisco con una sfera dorata ed interporre tra basamento marmoreo ed obelisco gli astragali, 4 cubi di bronzo.
          Per primo Augusto fece rimuovere da Eliopoli due grandiosi obelischi e con zattere sul Nilo e poi per mare fino ad Ostia e quindi passando per il Tevere furono portati a Roma poco prima del 10 a.C. ed eretti uno sulla spina del Circo Massimo e l'altro in Campo Marzio, come gnomone per il Solarium Augusti, una enorme meridiana incisa su una platea presso l'Ara Pacis, dove oggi è San Lorenzo in Lucina; erano lunghi 22 metri (obelisco di montecitorio) e 24 metri (obelisco flaminio) e i Romani per trasportarli costruirono navi di grandezza straordinaria per l'epoca; la prima suscitò tale meraviglia che Augusto volle che venisse conservata nell'arsenale di Pozzuoli dove poi un incendio la distrusse. 
          Successivamente Caligola fece portare un altro obelisco, lasciato senza iscrizioni geroglifiche e la cui datazione di realizzazione appare diffcile, eretto nel circo Vaticano nel 40 d.C. (obelisco vaticano).
          Domiziano fece tagliare l'obelisco ora in piazza Navona.
          Adriano ne fece realizzare due, quello del Pincio e quello di Benevento, ad eterno ricordo del divinizzato Antinoo, il suo puer delicatus favorito.
          L'ultimo obelisco egizio giunto a Roma è quello lateranense, arrivato nel 357 d.C. quando era Imperatore Costanzo, figlio di Costantino.
          Medio Evo
          La storia di questi monumenti dalle invasioni barbariche fino a Sisto V nel Rinascimento è oscura.
          Il Curiosum Urbis Romae (IV secolo d.C.) ne descrive sei maggiori (i due del Circo Massimo, quello Vaticano, quello del Campo Marzio, i due del Mausoleo di Augusto) e quarantadue piccoli.
          I Mirabilia Urbis Romae (XII secolo) viene citato il solo obelisco Vaticano, l'unico rimasto sempre eretto e che non si è spezzato.
          Quando caddero gli altri obelischi non è noto; numerose potrebbero essere state le cause: terremoti, la frenesia distruttrice degli uomini durante i saccheggi, le guerre civili, l'idea che i globi dorati posti sulla sommità potessero essere interamente d'oro massiccio; sembra che i romani interponevano tra il basamento e l'obelisco quattro grossi dadi di bronzo, chiamati astragali; si potrebbe allora pensare che nel tentativo di impossessarsi del globo posto in cima abbiano pensato semplicemente di fondere col fuoco uno o due dei dadi in modo da abbattere l'obelisco, spezzandolo; e questo spiegherebbe come mai alcuni degli obelischi, che erano normalmente eretti in posizione alquanto isolata, ritrovati nel rinascimento presentavano il basamento calcinato dal fuoco. 
          Il solo rimasto sempre eretto nel corso dei secoli è quello Vaticano; la leggenda narrava che nel suo globo dorato erano le ceneri di Cesare e nel Mirabilia viene riferito che sulla sfera si fosse ritrovata la seguente epigrafe:
          
          Caesar, tantus eras quantus et orbis, 
          sed nunc in modico clauderis antro 
          
          Cesare, tu sei stato una volta grande come il mondo,
          ma ora sei rinchiuso in un piccolo antro  
Obelischi Moderni:
- Obelisco di villa Medici - 1790, copia dell'obelisco egizio di Boboli trasferito da Roma a Firenze
 - Obelischi di villa Torlonia - 1842
 - Obelisco del Foro Mussolini - 1932
 - Obelisco di Marconi - 1959, Arturo Dazzi
 - Obelisco Novecento - 2000-2002, Arnaldo Pomodoro
 
Obelisco Vaticano
 L'obelisco Vaticano eretto da Caligola nel 40 era situato ove ora è la sacrestia di S.Pietro; a futura memoria Sisto V fece apporre una pietra nel luogo in cui s'innalzava.
          Nicolò V, che iniziò la costruzione dell'attuale Basilica sopra quella costantiniana, ed anche Gregorio XIII ebbero in animo di spostarlo, ma rinunciarono a causa delle difficoltà.
          Sisto V, il cui fervore religioso lo ispirava a distruggere ogni traccia di idolatria riuscì nell'intento di spostarlo; incaricò Domenico Fontana dell'operazione particolarmente complessa; Fontana calcolò il peso del monumento con una certa precisione in 350 tonnellate e fatti i suoi conti utilizzò 40 argani, 800 uomini e 75 cavalli; fatto costruire un alto castello attorno all'obelisco con in cima gli argani ed imbragò l'intero monolite; il 29 aprile 1586 l'architetto ebbe una speciale benedizione papale; all'alba del 30 dopo la messa per tutti gli uomini iniziò l'operazione; con apposito bando l'intera zona venne chiusa alla libera circolazione e, come scrive il Fontana stesso, portava anche l'avviso:
"... che nissuno parlasse, sputasse o facesse strepito di sorte alcuna sotto gravi pene, acciò non fussero impediti li comandamenti ordinati da me a' ministri"; il Fontana con tromba e campana dava gli ordini di inizio o di arresto degli argani e con successivi strattoni il monolite venne sollevato di mezzo metro; si rimossero poi gli astragali; due pesavano 800 libbre e due 600 libbre; successivamente il monolite venne sdraiato e trascinato ad una distanza di 250 metri e 9 metri sul livello del mare più in basso; il 10 settembre 1586 con medesima tecnica fu risollevato, nel luogo ove si trova oggi, al centro di piazza di S. Pietro. 
          Sulla sommità fu posta una croce bronzea, a cui successivamente Clemente XI aggiunse il sostegno della stella su 4 monti, ed agli angoli della base quattro leoni fusi da Prospero da Brescia.
          L'obelisco riporta l'iscrizione dello spostamento e l'antica iscrizione su due lati che lo dedicava ad Augustoe Tiberio.
          La sfera posta sulla cima e rimossa fu trovata senza aperture e sforacchiata dai colpi di archibugio dei Lanzichenecchi che durante il sacco del 1527 penetrarono nella cinta leonina; fu trasferita dapprima in cima alla scalinata del Campidoglio e poi nella sala dei bronzi al Museo dei Conservatori. 
Obelisco Esquilino
 Sisto costruì già da Cardinale la Cappella del Presepe in Santa Maria Maggiore e per onorare le reliquie presenti in tal luogo nel 1587 incaricò Domenico Fontana di innalzare l'obelisco ritrovato in pezzi dietro la chiesa di San Rocco a Ripetta, dove anche giaceva quello poi eretto al Quirinale.
          Essendo privo di iscrizioni è probabilmente di imitazione romana, realizzati per ordine di Domiziano e posti all'ingresso del Mausoleo di Augusto. 
Obelisco Lateranense
 Alto 32,18 metri e del peso di circa 440 tonnellate è l'obelisco monolitico più grande al mondo ed il più antico di quelli presenti a Roma; realizzato nel XV secolo a.C. per ordine del faraone Thutmosis III e poi di Thutmosis IV della XVIII dinastia ed eretto dinanzi al tempio di Ammon a Tebe. 
          Già Augusto pensò di portarlo a Roma insieme agli altri due che portò e lo fece preparare per il viaggio, ma le dimensioni lo fecero desistere; con Costantino il monolite arrivò sino ad Alessandria, da dove voleva portarlo a Costantinopoli ma morì nel 337 e fu solo col figlio Costanzo nel 357 d.C. che il gigantesco blocco di granito rosso fu eretto al Circo Massimo dove già si trovava quello fatto lì sistemare da Augusto. 
          Probabilmente durante l'invasione di Totila fu abbattuto e si ruppe in tre pezzi. 
          Durante il medioevo rimase progressivamente ricoperto dalla terra e nascosto finquando nel 1587 per ordine di papa Sisto V venne cercato, trovato sotto sette metri di terra e quindi eretto nel 1588 sotto la guida dell'architetto Domenico Fontana dove si trova oggi, in piazza di San Giovanni in Laterano.
          In cima furono posti quattro leoni di bronzo, dallo stemma di Sisto V, che sostengono i monti e la stella del papa Clemente XI Albani; sopra questo è la croce che arriva a 47 metri da terra. 
        
          Obelisco Lateranense o obelisco di Costantino in piazza San Giovanni in Laterano; sulle 4 facce in alto, e sul pyramidion (la punta a piramide) è rappresentato il faraone che venera il dio sole.
Sul quattro lati del basamento sono delle epigrafi; quella visibile osservando il complesso lateranense, esposta a sud e dove è anche posizionata la fontana è inciso: 
          
           Sixtus V Pont. Max.
          obeliscum hunc
          specie eximia
          temporum calamitate
          fractum circi max.
          ruinis humo limo q.
          alte demersum multa
          impensa extraxit
          hunc in locum magno
          labore transtulit
          formae q. pristinae
          accurate restitum
          cruci invictissimae
          dicavit
          A. MDLXXXVIII pont. IIII  
          
          Sisto V Pontefice Massimo quest'obelisco, di straordinaria bellezza, spezzato dalla disgrazia dei tempi, con grande spesa estrasse dalle rovine del Circo Massimo dov'era profondamente sepolto sotto il terreno fangoso, lo fece trasportare con grande sforzo in questo luogo e restituitolo con attenzione all'antico aspetto lo dedicò alla indomita Croce, nell'anno 1588 quarto del suo pontificato 
          
          Quella sul lato principale verso nord recita:
          
           Constantinus
          per crucem
          victor
          a s.Silvestro hic
          baptizatus
          crucis gloriam
          propagavit 
          
          Costantino, vincitore per interecessione della Croce, qui battezzato da S. Silvestro, diffuse la gloria della Croce 
          
          sul lato a ponente è inciso:
          
           Fl. Constantinus
          Maximus Aug.
          christianae fidei
          vindex et assertor
          obeliscum
          ab Aegyptio rege
          impuro voto
          soli dedicatum
          sedib. avulsus suis
          per Nilum transferri
          Alexandriam iussit
          ut novam Romam
          ab se tunc conditam
          eo decoraret
          monumento 
          
          Flavio Costantino Massimo Augusto protettore ed assertore della fede cristiana tolto dalla sua sede l'obelisco dedicato con impuro voto da un re egizio al Sole, (lo) fece condurre attraverso il Nilo fino ad Alessandria per ornare con tale monumento la Nuova Roma che allora andava costruendo. 
          
          La Nuova Roma: Costantinopoli 
          
          
          e sul lato a levante è inciso:
          
           Fl. Constantinus Aug.
          Constantini Aug. f.
          obeliscum a patre
          loco suo motum
          diuq. Alexandriae
          iacentem
          trecentorum remigum
          impositum navi
          mirandae vastitatis
          per mare tiberimq.
          magnis molibus
          Romam confectum
          in circa max.
          ponendum
          S. P. Q. R. D. D.  
          
          Flavio Costanzo Augusto, figlio di Costantino Augusto, mise l'obelisco, che il padre tolse dal suo luogo e che per lungo tempo giacque ad Alessandria, sopra una nave di trecento rematori di sorprendente grandezza (e lo) portò a Roma attraverso il mare ed il Tevere, (dove), presente una gran folla, lo pose nel Circo Massimo, dedicandolo  al Senato ed al Popolo Romano 
        
          
          Piazza di San Giovanni in Laterano 
            da destra verso sinistra: 
            il Battistero Lateranense, la Loggia delle Benedizioni ed il palazzo del Laterano. Al centro della piazza l'obelisco lateranense. 
Obelisco Agonale o Pamphilius
 L'obelisco è collocato sul gruppo monumentale della Fontana dei quattro Fiumi, al centro di piazza Navona.
          Alto 16,54 metri viene fatto risalire a Domiziano, riproduzione di epoca romana di un obelisco egizio; era originariamente collocato nell'Iseo Campense; i suoi geroglifici, di dubbia interpretazione, dovettero essere incisi a Roma sotto la direzione di qualche sacerdote del culto di Iside per il quale Domiziano ricostruì il tempio Iseum campense, distrutto nell'incendio dell'80.
          Nel IV secolo fu fatto portare da Massenzio nel suo Circo sull'Appia (Circo di Romulo) dove venne rinvenuto nel 1647 spezzato in più parti.
          Mancava del Pyramidion ritrovato successivamente e conservato nel Museo Egizio Vaticano. 
          Pochi anni dopo la scoperta Bernini, a cui la corte pontificia preferiva il Borromini, organizzò di far trovare nel palazzo Pamphili a piazza Navona, ove talvolta il papa Innocenzo X si recava, il suo bozzetto originale della fontana dei 4 fiumi sormontata dall'obelisco al centro di piazza Navona; il papa si entusiasmò per il progetto e diede l'incarico al Bernini, togliendolo al Borromini e ad altri. 
          Nel 1651 Bernini lo ripristinò molto abilmente reintegrando le parti di pietra mancanti e gli diede una sistemazione estremamente originale e contro i canoni seguiti in quel tempo, facendone poggiare la mole su un sostegno che resta vuoto nel centro, formando la caverna da cui si scorgono il cavallo ed il leone.
          Dallo scoglio cavo scaturiscono le acque dei 4 più grandi fiumi del mondo; in basso tra palme e serpenti dalla caverna si affacciano a dissetarsi il leone (la forza) ed il cavallo (la guerra); in alto la Pace della colomba panfilia.
          
        
Obelisco ed Elefantino della Minerva
L'elefantino della Minerva si trova al centro della piazza della Minerva ed è un monumento disegnato da Bernini e realizzato nel 1667 da Ercole Ferrata; il piccolo obelisco proviene dal tempio romano di Iseum, che si trovava in questo luogo.
          Bernini si ispirò all'Hypnerotomachia Poliphili, un romanzo allegorico scritto dal domenicano Francesco Colonna e pubblicato nel 1499 dall'editore Aldo Manunzio; probabilmente fu il papa stesso Alessandro VII, Fabio Chigi, a richiedere questo tema al Bernini.
          Originariamente il disegno prevedeva che il monumento si sostenesse sulle sole zampe dell'elefantino; ma i domenicani vollero che per una maggiore stabilità fosse inserito anche un cubo di sostegno sotto il ventre dell'animale; Bernini inserì il sostegno cercando di nasconderlo con una complessa gualdrappa contenente l'emblema araldico papale.
          
          In questo luogo erano tre templi romani: il tempio di Minerva, quello di Iside (Iseum) e quello di Serapide (Serapis).
          Il tempio di Minerva, che da' il nome alla piazza fu fatto erigere da Pompeo Magno; la statua di Minerva è ora ai Musei Vaticani. 
          L'obelisco è alto 5,47 metri e proviene da Sais, nel Basso Egitto, dove il faraone Apries lo fece realizzare nel VI secolo a.C.; 
          
          Sulla piazza si affaccia la chiesa di Santa Maria sopra Minerva risalente all'VIII secolo (?).
          Il convento dei Domenicani (realizzato nel 1266-1275), che fu sede del Sant'Uffizio; qui fu celebrato il processo a Galileo Galilei; pare non sia un caso se l'elefantino rivolge il posteriore verso questo edificio, con la coda lievemente spostata e taluni vedono anche nell'atteggiamento della proboscide quasi un a voler indicare quell'edificio.
          Sulla destra il Palazzo Fonseca del XVIII secolo.
          Di fronte alla chiesa il Palazzo dell'Accademia Ecclesiastica, rifatto nel 1878.
          
          Piazza della Minerva: l'elefantino del Bernini, l'obelisco della Minerva e la facciata della chiesa di S. Maria sopra Minerva
          
          Piazza della Minerva: l'elefantino obeliscoforo disegnato dal Bernini e realizzato da Ercole Ferrata sostiene l'obelisco della Minerva
            [Transverse Mercator Projection] 
          
          Lo stemma di Fabio Chigi, papa Alessandro VII (1655-1667), che commissionò al Bernini il progetto del monumento; nello stemma sono raffigurati una quercia e sei colli
Il podio che sostiene l'elefante contiene due iscrizioni sui lati più lunghi:
          
          «Sapientis aegypti
          insculptas obelisco figuras 
          ab elephanto
          belluarum fortissima
          gestari quisquis hic vides
          documentum intellige
          robustae mentis esse
          solidam sapientiam sustinere»  
          
           Chiunque tu sia 
          che vedi le figure 
          incise dai sapienti egiziani 
          sull'obelisco sostenuto 
          dal potente elefante selvaggio 
          comprendi l'insegnamento 
          che solo una robusta mente
          può sostenere una solida sapienza 
          
          
          
          «Veterem obeliscum
          palladis ægyptiæ monumentum
          e tellure erutum
          et in Minervae olim
          nunc deiparae genitricis
          foro erectum
          divinae sapientiae
          Alexander VII dedicavit
          anno sal MDCLXVII» 
          
           (Questo) antico obelisco
          monumento della Pallade egizia 
          scavato dalla terra 
          ed eretto nella piazza un tempo
          (detta) della Minerva
          ed ora della madre di Dio,
          Alessandro VII dedicò
          alla divina Sapienza 
          nell'anno della (cristiana) salvezza 1667  
Obelisco di piazza della Rotonda o del Pantheon
 Fu sistemato nel 1711 sulla già esistente fontana del Pantheon realizzata dal Della Porta essendo papa Clemente XI; la sistemazione fu condotta dall'architetto Filippo Barigioni. 
          L'obelisco egizio risale all'epoca di Ramesse II, portato a Roma da Domiziano e sistemato a decorazione dell'Iseo Campense, tempio dedicato ad Iside insieme a quelli della Minerva, di Dogali e di Boboli, quest'ultimo oggi a Firenze; ritrovato nel 1337 nei pressi della piazzetta di S. Macuto.
          Alto 6,34 metri con la croce sulla punta e il basamento della fontana arriva a 14,52 metri. 
        
Obelischi di villa Torlonia
I due obelischi posti sul fronte e sul retro del Casino Nobile di villa Torlonia ed ad alla stessa distanza da questo, sono imitazioni di obelischi egizi, fatti realizzare nel 1842 da Alessandro Torlonia in memoria dei genitori.
          Sono alti poco più di dieci metri in granito rosa di Baveno, realizzati a Milano e scolpiti dal padre barnabita Luigi Ungarelli ad imitazione dei geroglifici. 
          
          L'obelisco di villa Torlonia posizionato sul fronte principale del Casino nobile, verso la Nomentana, dedicato da Alessandro Torlonia al padre Giovanni.
            [Transverse Mercator Projection]
 Le iscrizioni in latino riportate sulle lastre di marmo che rivestono il basamento dell'obelisco dedicato al padre di Alessandro Torlonia sono:
          lato nord:
          An M DCCC XLII
          Heic ante aditum septem oppositum trionibus
          haec constituta moles pyramidis fuit
          incolumis quae plus uno maneat saeculo  
          
          Anno 1842
          Prima che per sette volte le costellazioni dell'Orsa si trovassero in opposizione
          questa mole della piramide fu realizzata 
          affinché potesse rimanere integra per più di un secolo 
          
          
          lato ovest:
           Alexander vir clarus munificentia
          qui latii rura spatiosa tenet et oppida
          isthaec iussit secari marmora sibi quae 
          geminae deinde forent pyramides pulcherrimae
          
          Alessandro uomo dalla sincera generositą
          che possiede vaste campagne del Lazio ed intere città
          ordinò che fossero tagliati per sé i marmi che
          in seguito sarebbero divenuti magnifiche piramidi gemelle 
          
          
          lato sud:
          Quod tellure ima sublime hinc caput extulit
          regifico hoc muneri dat Alexander suo 
          et patri dedicat ex quo caeli sedibus
          Receptus umana bonus munera excipit
          
          
          
          
          lato est:
          Hem tibi pyramidem Ioannis eam filius
          Torlonia inaugurato dedicat patri 
          ut sit perenne amoris mnemosynon sui
          aeterna in urbe conspicuum et vivat diu
          
          Ecco per te! il figlio dedica questa piramide
          come omaggio al padre Giovanni Torlonia
          perché sia perpetua la memoria del suo amore
          rinomato per l'eternità in Roma e perché possa vivere per sempre 
          
          
        
          
          L'obelisco di villa Torlonia posizionato sul fronte posteriore del Casino nobile, verso il casino dei Principi, dedicato da Alessandro Torlonia alla madre Anna Maria Torlonia.
            [Transverse Mercator Projection]
 Iscrizioni presenti sul basamento: 
lato sud:
          An M DCCC XVII
Heic ante aditum qui medio stat sole rutilus 
haec constituta moles pyramidis fuit
incolumis quae plus uno maneat saeculo
          
          Si erge dinanzi allo sfavillante sole di mezzogiorno
		questa mole della piramide fu realizzata 
          affinché potesse rimanere integra per più di un secolo
          
          
          lato ovest:
          Alexander multarum dives artium
quas stare vides geminas heic pyramides eas 
natanti rate ticini per vada fluminis
detulit ad usque flavi ripas tibridis 
          
           
          
          lato nord:
          Alexander herus meus Ioannis filius
Torlonia aedificia patris reddidit
opere novo cultuque pulcherrima domus 
struxit quasi solis regiam in urbe splendidas
          
           
          
          lato est:
          Annae Mariae fautrici concordiae
alteram Alexander hanc pyramidem filius
domus obsequia meritae gratus dedicat
quam de iucundae nomine matris nuncupat
          
           
          
        
Obelisco Mussolini
Obelisco del Foro Italico. Vedi Foro Mussolini
Obelisco Marconi
Obelisco Marconi all'EUR. Vedi EUR.
Obelisco Novecento
Obelisco in bronzo realizzato da Arnaldo Pomodoro tra il 2000 ed il 2002, alto 21 metri e con diametro di 7 metri, collocato in piazzale Pier Luigi Nervi, di fronte al Palazzetto dello Sport all'EUR (quartiere Europa).
          Sintesi del commento di Arnaldo Pomodoro a questo monumento: "È un monumento al Novecento realizzato a forma di spirale crescente ed avvolgente, espressione del progresso, contornato da rilievi emblematici a carattere astratto; i buchi, le torsioni, gli anfratti rappresentano i vuoti e gli sconvolgimenti della storia, che comunque sempre, ed in particolare nel secolo XX, accompagnano la crescita portata dal progresso e dalla continua elaborazione delle idee". [Studio Arnaldo Pomodoro] 




